venerdì 30 novembre 2012

Alfiere in A4

Di viaggi, ritardi, partenze e maledetta sfortuna.

Muovono i neri: Pedone in E6.
Bisogna portare fuori il cane. Fare la valigia, pulire la cucina che ci hai rovesciato la caffettiera. E sì, il caffè è riuscito a schizzare ovunque, neanche avessi sgozzato un orso durante una battaglia all'ultimo sangue.
Ah sì, magari farsi la doccia, e perché no, la tinta, che ti senti un po' una piccola fiammiferaia nata dall'incrocio perverso tra Pel di Carota e Paperino. 
Sì certo. E la valigia.
Mi raccomando. Viaggia leggera come al solito. Un ricambio in meno dell'indispensabile, computer, macchina fotografica, caricatori e cose per disegnare, che non puoi perdere il colpo. 
Le basi dei viaggiatori autistici.

Muovono in bianchi: Pedone in E6. Perdi un pezzo. 
A volte il multitasking funziona malissimo. 
Scordati la doccia e la tinta. Ci penserai a Livorno.
E gli anfibi te li allaccerai bene in treno. 
Bisogna portare il cane dalla nonna. Prendere il treno. Affrontare lo sciopero.
Hai tirato scemo il tuo santo compare Biondo Vichingo nelle ultime 24 ore. Cerca almeno di arrivare prima che finisca il giorno del suo compleanno.
Perfetto. Il primo treno garantito è alle 15.00 se fai i salti mortali, prendi a gomitate la gente, dribbli alla Holly e Benji i mezzi pesanti dei lavoratori dell'ILVA che stanno bloccando le vie della città (a ragione tra l'altro), se non ti fermi troppo a parlare con loro, se riesci a scordarti il concetto di autobus oggi, se il pranzo con la madre del tuo ex non dura troppo a lungo, dovresti riuscire ad arrivare in stazione esattamente SEI minuti prima del treno, fare il biglietto alla velocità della luce (dopotutto sei un drago con le macchinette, mica come gli idioti davanti a te in coda che ti fanno perdere perdere tempo), dovresti riuscire a farlo in 12 millesimi di secondo, pagare, bestemmiare, correre al binario con le valigie, salire sul treno, bestemmiare di nuovo, e metterti in viaggio. Sciopero o non sciopero.
Che insomma, stai sempre in giro comelamerdaneitubi™ non hai paura di niente. 

Muovono i neri: Torre in F8. 
«No guarda, davvero c'ho due spicci, giusti per il biglietto non te li posso dare… due spicci!» il portafogli nella borsa non c'è.
Guardi meglio.
C'è l'agenda rossa, con l'unica copia esistente dei “preziosissimi” testi del Chourmo.
C'è il cappellino di lana che ti sei levata (a furia di correre hai iniziato a sudare a schifo anche con la tramontana che ti taglia la faccia).
Be' ci sono i sacchettini ripiegati per essere civili quando porti fuori il cane (e che speri sempre che non siano bucati). A dire il vero c'è anche un rossetto, un burro di cacao, del tabacco sparso, del tabacco nel pacchetto, filtri cartine, caricabatterie del telefono, penne a caso, la Moleskine nera, volantini a caso, una lampada da terra, una fioriera, un cerchione della bicicletta, un paio di mattoni (che non si sa mai) un coccodrillo rosa ma non il portafogli. 
Mentre lasci partire il treno con amarezza, sbianchi, quasi svieni, sudi fortissimo e tiri una bestemmia silenziosa (ma così da cuore che sicuramente gli sciamani e le creature superiori ti avranno sentito da Nairobi a Oslo. Come minimo).

Muovono i bianchi: Cavallo in F8.
Indovina un po'? Hai perso un altro pezzo. Che storia eh?
Ok, magari uno dei coinquilini è ancora a casa, il portafogli anche e tu sei salva. Tipo.
No, ok, l primo dei due non c'è.
Magari c'è anche l'altro. Oh bene. È a casa. Gli chiedi di cercarti il portafogli e di venirti incontro. Forse puoi ancora farcela senza ulteriori sbattimenti, che sono le tre del pomeriggio e tu ti senti come se fossero le tre di notte. 
Un rottame, per intenderci. 
Il portafogli non c'è. L'autobus non lo prendi che con il culo che c'hai ti beccano prima che tu ci salga sopra. No portafogli no biglietto. E comunque la città è bloccata dai quei cose giganti dei lavoratori dell'ILVA.

Muovono i neri: Alfiere in A4.
La funicolare la prendi però, che la salita fino a casa è tanta e sì che c'hai il trolley a sto giro, ma c'hai anche lo zaino con il Mac la macchina fotografica ecc. 
Vuoi davvero trovare i controllori in funicolare? Ma che dici!
Be' almeno quella passa. Visto che tutto il resto è bloccato. 
Il manico non sembra sentirsi tanto bene, ma dopotutto anche tu non ti senti molto bene…

Muovono i bianchi: Alfiere in A4
Ovviamente i controllori sono lì. Ti aspettano al varco. Non puoi andare da nessuna parte. 
È così, dovevi aspettartelo. Esattamente come ti aspetti che inizino a piovere rane da un momento all'altro. O che ne so… cinghiali ubriachi con le zampe palmate al posto degli zoccoli.
Sì ecco. I cinghiali ubriachi effettivamente potrebbero iniziare a cadere dal cielo da un momento all'altro. Cosa aspettano?
E mentre con questi gioiosi pensieri apocalittici ti avvicina mesta ai controllori per raccontar loro la tua triste giornata, il manico della valigia si stacca e ti rimane in mano mentre lei cade al rallentatore e il tuo cuore si chiede perché, perché a te. Perché tutto concentrato in così poche ore. 
Insomma SCACCO.
Ecco perché guardi i controllori con gli occhi lucidi di una piccola fiammiferaia che però vorrebbe usare quei cerini per dare fuoco a quel che resta del mondo.
Li guardi ed effettivamente non è che ti viene da recitar lacrime, è proprio tutto naturale. 
Ti ci mancava solo la multa.
Ma essi sono umani. Forse capiscono la crisi. Ti vedono con le valigie, anzi con un zaino sulle spalle, il manico della valigia in una mano. Nell'altra la valigia, la borsa che contiene anche i famosi cinghiali di cui sopra ma non il tuo portafogli con dentro i soldi, i documenti, le carte, l'abbonamento, la tua fortuna e la tua sfortuna.

Muovono i neri: Regina in A4 - Cade l'alfiere dei bianchi. Si sventa lo scacco. 
Ti fanno passare. Ti lasciano andare.
È la prima volta che dei controllori ti dimostrano umanità. La prima. 
Arrivi a casa. 
Ti trascini per la fine della salita quel che rimane della tua valigia.
Arrivi a casa.
In realtà il portafogli lo trovi. Era esattamente dove avevi detto al tuo coinquilino di cercarlo. 
Aggiusti il manico della valigia con del nastro da elettricista. Ti fai un caffè (che non sei abbastanza agitata), torni in stazione. 

Muovono i bianchi: Re in A4, ti salta la Regina. Stacce.
Torni in stazione affrontando la coda. 
Il regionale è soppresso.
L'intercity non è garantito, puoi tipo sognartelo.
C'è solo uno di quei treni che costano abbastanza da farti piangere il cuore quando compri il biglietto.
C'è con il suo ritardo e il suo sovraffollamento ma c'è.
C'è il controllore che manco te lo controlla il biglietto, che magari li avresti anche risparmiati quei soldi. Ma vabbè. 
C'è che vorresti farti una doccia o dormire. O anche vabbè.
C'è che però sei partita. 
Potrebbero sempre iniziare a piovere cinghiali ubriachi che danzano con le rane prima che tu ti accorga che hai dato scacco al Re avversario.

(Le foto ce le metto dopo che in treno la connessione è quella che è)