mercoledì 13 luglio 2011

ottoanni


Otto anni sono quasi la vita di mia sorella Adele. Solo un anno in meno. 

La foto l'ho rubata a Ciro, uno dei miei coinquilini, da un suo album che si chiama "Quando mi chiedono, ma perché abiti a Genova?"

Sono inciampata a Genova dieci anni fa. Me lo ricordo ancora. Era il mio primo viaggio oltre i 300km da casa. Prima di quel luglio non avevo mai percorso così tanta strada da sola.
Perché quel g8, quello di cui cade il decennale tra pochi giorni, ha davvero cambiato il corso della mia vita.
Perché scavando nella storia comune, andando a fondo negli ingranaggi collettivi della memoria io trovo la mia piccola, insulsa storia personale.
Quella che a 16 anni ha dato uno scossone così forte alla mia vita che sono ancora qui. E sono felice di essere qui e non altrove.
Otto anni fa tornavo a Genova per stare tre giorni. Dopo i mesi passati qui dopo il g8, dopo non essere stata qui in quei tre giorni, ma altrove con un piede rotto, a telefonare a mia madre il 21 luglio ogni mezz'ora per sapere se stava bene, per dirle che strada evitare, per rassicurarla.
Dopo averle infilato a forza dei limoni nello zaino.
Dopo essere tornata qui il primo di agosto, ed essere rimasta quasi due mesi. A cercare di capire che cosa era successo.

13 luglio 2003. Voglio tornare a Genova per il secondo anniversario. Lavoravo in un festival musicale, mi serviva un passaggio, guardo due amici di Torino e dico loro “Domani andate a Genova a lavorare? Mi date un passaggio?”.
Non ho mai pensato a come sarebbe andata se non me lo avessero dato. Ho sempre e solo pensato al fatto che sono partita e che uno di loro è ancora uno degli amici più belli e importanti che mi porto dietro, che perdo e ritrovo nei mille fili della vita. Costantemente.
So solo che ero partita per stare tre giorni e poi tornare indietro. E che invece non l'ho mai fatto.
So solo che all'epoca Bianca faceva ancora la barista.
So solo che all'epoca Sara, nel bar dove lavorava Bianca mi ha detto di fermarmi, e che lei era avvocato da poco.
So solo che quando mi ha detto di non tornare indietro io non ci ho pensato due volte.
E che Giulia l'ho incontrata un anno esatto dopo, e che ho perso poche persone di quelle che conoscevo all'inizio, ma ne ho incontrate tantissime altre che sono ancora qui. E che sono con me.
So solo che non mi sono mai pentita della scelta che ho fatto.
So solo che qui ci sono tantissimi scorci, tantissimi sorrisi e tantissime persone che quando torno mi fanno urlare il cuore di gioia, della gioia che si prova al ritorno, della gioia di sentirsi a casa.

Perché mi basta passeggiare a Righi e guardare il mare dal monte, o andare a Sori un pomeriggio e tuffarmi dagli scogli per riallinearmi con l'universo.
Perché non mi basta cercare l'equilibrio e la serenità, io voglio proprio essere felice, e in questi otto anni (di cui tre passati a Roma con il desiderio di ritornare), tra una ferita e l'altra io qui sono stata felice.
E credo di poterlo essere ancora.
Nonostante la fatica.
Nonostante i momenti neri.
Nonostante tutto quello che mi manca.

Nonostante le persone che non sto nominando per pudore.
Perché chi mi viene a trovare qui, non ha più bisogno di chiedermi perché vivo a Genova, lo capisce semplicemente passeggiando con me, e vedendola attraverso i miei occhi.

E il mio brindisi a questi otto anni è sacrificare bene le ore di sonno e andarmene al mare stanotte, perché non trovo modo migliore di festeggiare il mio non compleanno...

Nessun commento: