Otto anni sono quasi la vita di mia sorella Adele. Solo un anno in meno.
La foto l'ho rubata a Ciro, uno dei miei coinquilini, da un suo album che si chiama "Quando mi chiedono, ma perché abiti a Genova?"
Perché quel g8, quello di cui cade il decennale tra pochi giorni, ha davvero cambiato il corso della mia vita.
Perché scavando nella storia comune, andando a fondo negli ingranaggi collettivi della memoria io trovo la mia piccola, insulsa storia personale.
Quella che a 16 anni ha dato uno scossone così forte alla mia vita che sono ancora qui. E sono felice di essere qui e non altrove.
Otto anni fa tornavo a Genova per stare tre giorni. Dopo i mesi passati qui dopo il g8, dopo non essere stata qui in quei tre giorni, ma altrove con un piede rotto, a telefonare a mia madre il 21 luglio ogni mezz'ora per sapere se stava bene, per dirle che strada evitare, per rassicurarla.
Dopo averle infilato a forza dei limoni nello zaino.
Dopo essere tornata qui il primo di agosto, ed essere rimasta quasi due mesi. A cercare di capire che cosa era successo.
13 luglio 2003. Voglio tornare a Genova per il secondo anniversario. Lavoravo in un festival musicale, mi serviva un passaggio, guardo due amici di Torino e dico loro “Domani andate a Genova a lavorare? Mi date un passaggio?”.
Non ho mai pensato a come sarebbe andata se non me lo avessero dato. Ho sempre e solo pensato al fatto che sono partita e che uno di loro è ancora uno degli amici più belli e importanti che mi porto dietro, che perdo e ritrovo nei mille fili della vita. Costantemente.
So solo che ero partita per stare tre giorni e poi tornare indietro. E che invece non l'ho mai fatto.
So solo che all'epoca Bianca faceva ancora la barista.
So solo che all'epoca Sara, nel bar dove lavorava Bianca mi ha detto di fermarmi, e che lei era avvocato da poco.
So solo che quando mi ha detto di non tornare indietro io non ci ho pensato due volte.
E che Giulia l'ho incontrata un anno esatto dopo, e che ho perso poche persone di quelle che conoscevo all'inizio, ma ne ho incontrate tantissime altre che sono ancora qui. E che sono con me.
So solo che non mi sono mai pentita della scelta che ho fatto.
So solo che qui ci sono tantissimi scorci, tantissimi sorrisi e tantissime persone che quando torno mi fanno urlare il cuore di gioia, della gioia che si prova al ritorno, della gioia di sentirsi a casa.
Perché mi basta passeggiare a Righi e guardare il mare dal monte, o andare a Sori un pomeriggio e tuffarmi dagli scogli per riallinearmi con l'universo.
Perché non mi basta cercare l'equilibrio e la serenità, io voglio proprio essere felice, e in questi otto anni (di cui tre passati a Roma con il desiderio di ritornare), tra una ferita e l'altra io qui sono stata felice.
E credo di poterlo essere ancora.
Nonostante la fatica.
Nonostante i momenti neri.
Nonostante tutto quello che mi manca.
Nonostante le persone che non sto nominando per pudore.
Perché chi mi viene a trovare qui, non ha più bisogno di chiedermi perché vivo a Genova, lo capisce semplicemente passeggiando con me, e vedendola attraverso i miei occhi.
E il mio brindisi a questi otto anni è sacrificare bene le ore di sonno e andarmene al mare stanotte, perché non trovo modo migliore di festeggiare il mio non compleanno...
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