Al tramonto esci in terrazza, quella dove in genere stendi i tuoi vestiti neri, ma soprattutto dove ti appoggi alla ringhiera guardando il mare.
Cerchi la linea dell'orizzonte per distrarti.
Ma oggi non c'è.
Non c'è il Golfo Ligure, non c'è Cape d'Atibes lì in fondo, ma non c'è nemmeno la linea di orizzonte. È tutto impastato dal caldo umido, dalla macaia di una giornata infernale.
Tra l'aria grigia e pesante filtra il rosa del cielo riflesso nel mare e, in quell'acqua calma e quasi solida, c'è lei.
Sono giorni che è lì. Ancorata fuori dal porto. Fuori dalla Diga Foranea.
Un cargo senza containers.
Che aspetta.
Spegni la sigaretta. È inutile che tu provi a distrarti.
Oggi non hai storie appese sulla linea dell'orizzonte.
Non vedi le navi sparire alla vista, pensando ai viaggi, ai posti che stanno oltre la fine dello sguardo. Non ci sono i sogni di mettersi di nuovo per strada, o finalmente per mare, non puoi fingere che prima o poi partirai che mollerai gli ormeggi quando sentirai il vento a favore.
Oggi c'è una nave da cargo vuota, ancorata fuori dal questo grande porto, che continui a vedere da giorni senza notarla davvero, finché ti rendi conto che ti rispecchia esattamente come sta facendo il cielo nel mare in quel momento.
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