Quest'anno il Crack al forte Prenestino mi è volato via dalle mani. Per certi versi è stato un po' come se non fossi lì. Mi son persa tutto quello che c'era, soprattutto gli amici e i fratellini che passavano a trovarmi. Scusatemi. A volte le celle del forte sono un po' come il triangolo delle Bermuda.
Ho perso birre altrui e vertebre nell'umido delle celle.
Quest'anno era Hate - Love il tema, quest'anno sono arrivata a questo amato festival preparando le cose di corsa, arrivando in ritardo, imprecando in sei lingue contemporaneamente e con un odio per il mondo che mi facevo spavento da sola. E, visto che il mondo deve NECESSARIAMENTE farsi beffe di me, per una simpatica coincidenza del destino sono finita nel lato Love della mostra. Io che in questo momento se sento profumo di fiori cerco dove stanno facendo il funerale.
Ci sono arrivata con 8 disegni. Sono tornata dal Forte ieri sera senza niente.
Venduti e regalati tutti.
Ammetto che è stato emozionante.
Grazie a tutti coloro che si sono prenotati la mia Alita, grazie a tutti coloro che passavano e gli piacevano i disegni, nonostante io facessi notare loro che sono delle schifezze.
Scena:
"Ma è bellissimo questo. Lo vendi?"
"Ma come fai a volerlo comprare? Non vedi che l'inchiostrazione è una merda? Che il braccio non funziona?"
"A quanto me lo vendi?"
"Scusa ma lo vuoi VERAMENTE"
"Sì"
"..."
Grazie a Pierz per la compagnia e le risate. Grazie a Valerio Bindi e tutti i ragazzi di Crack che mi fanno sentire un po' a casa, in questa città che continuo a non amare.
Poi un grazie speciale a una persona che mi ha sostenuto e aiutata a preparare queste quattro tavole. La mia storia di amore e odio. Amore per una città che mi fa sanguinare di nostalgia e odio per il risveglio sempre troppo brusco in una Capitale che non riesco proprio a riconoscere come casa.
Quattro semplici tavole, fatte di fretta in due notti, il mio panico dell'emigrante.
Quello che non mi sono persa è la spilla con la scritta che da il titolo al post. Una sintesi migliore non l'avrei trovata da sola.
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