O forse non lo volevo fare.
O forse volevo farlo dopo aver letto questo libro che ancora non ho avuto tra le mani.
O forse non mi è mai fregato di farlo.
Non so come dirlo.
Mio malgrado sono diventata una ragazza copertina.
Era Maggio, uscita da poco dall'ospedale, stavo a Cinecittà sul set del cortometraggio della Scuola Romana dei Fumetti (fatto in collaborazione con la NUCT). Scuola che ho frequentato e con cui collaboro sempre molto volentieri.
Ero sul set, presa da un forte dolore alle vertebre e soprattutto dalla tensione di lavorare su con la consapevolezza di poter dare il 20% della mia energia.
C'è una mail di Fabio, il mio ex capo del periodo in cui sono stata una Sickgirl.
Sì, perché il segreto di Pulcinella è che per due anni ho fatto parte di questo progetto italiano che sono le Sickgirl (cosa su cui - forse - aprirò una parentesi più avanti).
Insomma, questa mail parlava di varie cose, tra cui il fatto che Fabio aveva mandato alla NDA PRESS alcune foto di questo mio set inedito per un altri motivi, ma erano piaciute così tanto che una l'avevano usata per la copertina di un libro.
In questo mondo, anche una ragazza che non è bella in modo imbarazzante come me, si emoziona a trovarsi su una copertina.
Figuriamoci sulla copertina di un libro e non di una rivista.
Un libro. Io che ho scelto di appartenere alla schiera degli stoici che continuano a voler stampare carta nell'era del digitale, io che considero il mio lavoro un modo di R*esistere in una società sempre più votata alla pigrizia mentale, dopotutto faccio parte dei meccanismi di produzione della cultura.
Dicevo, trovo questa mail e rimango di pietra.
Realizzo che è anche la mia immagine a stare su un libro.
Non solo il mio nome come redattrice, la mia testa, il mio ruolo di editor.
E poi è un libro che parla di New Wave!
Ma che cazzo ci faccio io in copertina su un libro che parla della scena post punk inglese?
Io sono nata nell'ottantacinque.
Quel periodo l'ho vissuto di riflesso solo perché me lo sono andata a cercare nelle pagine dei libri e nei suoi suoni nella musica.
Quella foto fa parte di un set inedito che racconta i momenti immediatamente successivi al mio esaurimento nervoso dello scorso anno. Un set che si chiama Arkham Asylum certamente più per attinenza ai racconti di Lovecraft che ai fumetti di Batman.
Indosso una camicia di forza cucita a mano nelle notti insonni per esorcizzare qualcosa che non va.
Quelle foto sono state fatte di corsa, in situazioni deliranti per cui il photo-set vero e proprio non è mai stato completato.
Eppure... mi ha fatto sorridere. Parecchio.
Altre informazioni su questo libro le trovate QUI sul sito di NDA.
9 commenti:
e io che ho sempre pensato che stavi a porgere l'altra guancia, invece stavi a disprezzà la società.
ragazza pùnk. ;)
pessima sono eh?
in miniera
a grattare il sale devo stare eh? :D
posso vedere la parte mancante della foto, quella bassa intendo, la bassa padana, il galup!
no no intendo proprio che devi andare a lavorare!
Marcuzzo la bassa padana non esiste più. E' stata eliminata perché troppo terrona. :D
Siberia Libera c'hai ragione che devo andare a lavorare. C'hai proprio ragione. Aspetta che quasi quasi ti do' retta.
Grande Amal! Ho quel libro ma a dire la verità non ti avevo riconosciuta, pensa che credevo fosse una foto d'epoca!
Bel colpo :)
eh, ci vuole un po' di occhio a riconoscermi a dire il vero... nemmeno io mi riconoscerei :D
grande Dinamo!
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