venerdì 28 gennaio 2011

Quattro e quarantadue

Nella mia antologia delle elementari c'era un racconto che si chiamava La bambina che perse il sonno o qualcosa del genere.
Raccontava di questa bimba che si era addormentata a pancia in giù e il sonno le era scivolato via fin sotto il letto e poi ancora più giù in un mondo sotterraneo.
Il sonno era andato via e lei non riusciva più a dormire.
Quei poveretti dei suoi genitori tentarono di tutto per farla addromentare: ninna nanne, camomillle e stregonerie varie.
Il risultato erano genitori accasciati sul lettino e caraffe, tazze e vasini di pipì.
Sembrava il mio ritratto! Allora iniziai a dormire su un fianco: così il sonno non se ne sarebbe più fuggito via.

Non posso dirvi se ha funzionato quando ero piccola, non me lo ricordo molto bene. Quello che ricordo è che in adolescenza, intorno ai 15 anni, ho smesso di addormentarmi.

Forse una notte mi sono distratta e mi sono addormentata a pancia in giù.

Sto per farne 26 e, oltre a un passaporto scaduto appena sono nata, porto in curriculum una discreta esperienza di disturbi del sonno.
Dieci anni che non dormo normalmente.

Posso non dormire per giorni, o dormire meno di tre ore a notte per settimane fino a quando non crollo in coma per dieci ore filate (ma in quel caso è spesso la febbre a farmi dormire), posso addormentarmi all'una e svegliarmi almeno cinque volte nella notte.
La verità è molto semplice: non sono capace di dormire.

Spegnere la luce non serve.

Leggere non serve.

Guardare un film (o due o tre trascinandomi nell'inedia dell'insonnia) non serve.

Ironicamente per addormentarmi devo “morire” con le batterie completamente esaurite.

E credetemi, nei momenti bui per un'insonne il concetto di sonno eterno rischia di diventare affascinante.

Non serve nemmeno il limite autoimposto di non bere più di tre caffè al giorno e mai dopo le tre del pomeriggio.

Alle 4.42 ancora fisso il soffitto con gli occhi sgranati, a luce spenta.

Esiste nel mondo una specie di setta di cui fanno parte uomini e donne di qualsiasi estrazione sociale, età, razze e religioniÈ la setta degli insonni. Io ne faccio parte, da dieci anni. Gli uomini non aderenti alla setta a volte dicono a quelli che ne fanno parte: “Se non riesci a dormire puoi sempre leggere, guardare la TV, studiare o fare qualsiasi altra cosa”. Questo genere di frasi irrita profondamente i componenti della setta degli insonni e il motivo è molto semplice: chi soffre di insonnia ha un'unica ossessione. Addormentarsi”.


dal film Le conseguenze dell'amore di Paolo Sorrentino.

Nonostante io abbia questo rapporto complesso con l'insonnia, negli anni (anche dopo averne scritto fino alla nausea) non ho mai trovato parole migliori per descrivere la mia ossessione: addormentarmi, normalmente, in un attimo.
Ho dovuto rubare le parole per farlo.

Quando ritroverò quel pupazzo di stoffa che contiene il mio sonno, quando mi sarà restituito in quanto sua legittima proprietaria, non cercherò più di addormentarmi a pancia in giù. Avrei troppa paura di vederlo fuggire via di nuovo.

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