Sono mesi che mi lamento del fatto che la mia stanza è troppo piccola: davvero i miei libri non ci stanno. Se non avessi iniziato a “dimenticarne” qualche dozzina a casa di mio padre o di mia madre correrei il serio rischio di dover dormire in cortile.
Spesso mi condanno a settimane di veganesimo spendendo la maggior parte dei miei stipendi in libreria.
Se torno da una fiera qualsiasi con meno di dieci libri è evidente che sto male.
Per questo, dando fondo al mio passato di giocatrice di Tetris ho posizionato mucchi di libri in ogni angolo della mia stanza, cassetti inclusi: i vestiti possono tranquillamente fargli posto (e no Rrobe non voglio smettere e dedicarmi per problemi di spazio agli e-book come fai tu).
Ma finalmente è arrivato colui che ha trovato la soluzione con il suo piglio originale e scaltro: Raffaele Speranzon, salito alla ribalta con il nuovo abito del paladino della cultura antiterrorista.
Secondo quello che sostiene l'assessore alla cultura del Comune di Venezia, i libri di tutti i firmatari dell'appello per la scarcerazione di Cesare Battisti del 2004, DEVONO essere rimossi dagli scaffali delle biblioteche comunali.
La lettera che è giunta ai bibliotecari ha un sapore piuttosto intimidatorio e intende, senza grandi giri di parole, metterli in guardia sul fatto che se non accetteranno di far sparire dagli scaffali quella pericolosissima carta stampata, dovranno assumerne le conseguenze. Non solo: i suddetti autori sono ora indicati come “soggetti sgraditi” all'interno del territorio veneziano in quanto sostenitori di un terrorista.
Non pago di quest'idea, che definirla idiota e fascistoide sarebbe persino lusinghiero, Speranzon intende estendere l'iniziativa a tutta la provincia e, perché no, magari a tutto il Veneto, magari anche all'Italia, al mondo, al Sistema Solare.
Pagine e pagine di cultura dovrebbero ora essere eliminate dal pubblico sguardo: i libri di Pennac, di Dazieri, di Cacucci, di Balestrini, di Evangelisti, di Wu-Ming, di Carlotto e via dicendo sono entrati nella lista nera.
Insomma secondo questo tizio, concedere il beneficio del dubbio su alcune sentenze equivarrebbe se non a favoreggiamento, quantomeno all'esser fiancheggiatori morali delle azioni di un terrorista e ancora peggio suoi amici [sic].
Ora non voglio aprire il grande capitolo sul perché condivido tutt'ora quell'appello e condivido molto meno il linciaggio mediatico del momento. Non voglio farlo perché se volete chiarirvi un po' le idee QUI sono state raccontate particolarmente bene e perché ci vorrebbero migliaia di parole per parlare della complessità di quel periodo. Resta il fatto che in questo momento - a mio avviso - si cerca di chiudere in fretta e furia una pagina di storia particolarmente complessa addirittura cercando di togliere agli occhi delle persone la possibilità di avere altre chiavi di lettura.
Tornando al punto di partenza devo dire che l'idea di Speranzon in ogni caso risolverebbe gran parte dei miei problemi di spazio: almeno un terzo della mia biblioteca andrebbe rimosso, o ancora meglio finirebbe in cenere.
Per fortuna Izzo è morto troppo presto, gran parte degli autori di fumetti non sono coinvolti e ho una discreta collezione di autori morti anche prima degli anni settanta. Se così non fosse in camera mia al posto dei libri ci sarebbero mensole e librerie molto minimal, magari colme di idioti pupazzetti di Hello Kitty che sono tanto orrendi quanto innocui. Quelli, di certo, non possono essere un'arma quanto la cultura.
Ma si sa, sono io che non vedo mai il lato positivo delle cose.
Una bella riflessione su questo argomento l'ha scritta Sandrone Dazieri, uno degli autori della lista nera, nel suo blog.
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