sabato 20 novembre 2010

Odio la mia generazione

Odio la mia generazione di bambini addormentati, di ragazzini insensibili e incapaci di comprendere il mondo al di là dei propri desideri.
Odio la mia generazione incapace di avere dei desideri collettivi.
Odio la mia generazione assuefatta dal precariato e incapace di sognare una vita migliore.
Odio la mia generazione che non ha voglia di prendere una posizione.
Odio la mia generazione, la odio perché non riesce a commettere nessun atto di forza legittimo.
Odio la mia generazione, rincoglionita da televisioni, telefonini e social network.
Odio la mia generazione che il giorno dopo una sentenza che assolve tutti gli imputati della strage di Piazza della Loggia, passa nella stessa piazza e non muove un dito. Non dice una parola.
Odio la mia generazione e mi vergogno per essa, perché chi è tornato dopo 36 anni in quella piazza era solo. Perché ha ragione a dire che il 28 maggio del '74 non è successo niente.
Odio la mia generazione che preferisce emigrare invece che cercare di cambiare le cose.
Odio la mia generazione che ha perso il mito della resistenza e che non riesce a farlo suo, non riesce a trovare nuovi modi di R*esistere, ma solo tanti nuovi modi di indignarsi.
Odio ancora di più la mia generazione, che ha fatto dell'individualismo la sua ragione di vita, che ha perso il senso migliore della comunità, del sociale, la odio questa generazione capace solo di lamentarsi e poco propensa a sporcarsi le mani.

Oggi guardo la maggioranza dei miei coetanei, di quelli che stanno venendo dopo di noi e provo un forte senso di scoramento, di impotenza.
Guardo l'esercito degli indignati degli anni duemila e penso che i sogni siano diventati della stessa consistenza della cenere.
Guardo questo piccolo esercito e non lo amo. Perché non è nemmeno un esercito di cartapesta, è solo un esercito di marionette.

E mentre guardo questo scenario post-apocalittico, gli occhi incrociano quelle mosche bianche che ripudiano questo tipo di schema.
E ancora hanno storie da raccontare...
Ancora hanno sogni da bruciare con la legna dei cassetti dove sono rimasti chiusi troppo tempo, ancora cercano di mutare per r*esistere, ancora, nonostante tutto, vanno avanti.

Li guardo, sono belli come il cielo che si apre sul mare dopo un temporale.

Li guardo e mi viene voglia di andare avanti.

mercoledì 17 novembre 2010

Alice non abita più qui

Il primo evento dedicato a Wonderland - quando Alice se ne andò.

Giovedì 18 novembre 2010, dalle 21.20 fino alle 23.30
Al Brancaleone in via Levanna 11.

In mostra le tavole originali delle dieci storie firmate da vari autori del panorama fumettistico italiano: Lorenzo Bartoli in coppia con Alessio Fortunato, Leomacs e Francesca Silveri, Tuono Pettinato e LRNZ dei SuperAmici, il terzetto composto da Mauro Uzzeo, Federico Rossi Edrighi e Margherita Tramutoli, Armin Barducci, Sergio Ponchione. E poi Elisabetta Melaranci, Cristina Spanò, le illustrazioni di Francesco Cattani e due talentuosi esordienti Nigraz e Davide Garrota. E infine la splendida copertina di Davide De Cubellis.




Mi troverete lì, in compagnia di Margherita Tramutoli, Mauro Uzzeo, LRNZ, Leomacs e un sacco di bei disegnini, di belle storielline e di bella gente. Non mancate.

martedì 16 novembre 2010

Regole: in treno

Prendo un po' spunto dalle regole di Internazionale e dalle miriadi di viaggi in treno che ho fatto, dal viaggio che dovrò fare oggi per tornare a Roma e via dicendo.

1. Sugli Intercity e sugli Eurostar il posto è prenotato. Quindi è inutile che ti lamenti se ti dico di alzarti dal mio posto sul finestrino.

2. Non ti serve guardarmi male per sei ore di viaggio. Non te lo lascio il posto sul finestrino e non mi convinci che era il tuo: io lo so leggere il biglietto e tu?

3. Se siete ancora convinti che le donne non sanno pisciare in piedi non avete idea di quello di cui sono capaci quando usano il bagno di un treno. Spiderman è un dilettante a confronto.

4. Un'ora e dieci di ritardo non ti autorizza a molestare i tuoi compagni di viaggio. Neanche ad ammazzare il controllore, ma garantisce un frustrante rimborso con cui ti ci compri giusto il caffè.

5. Gli scompartimenti del treno non sono un tavolo da pic-nic, datti un contegno.

6. Ma lo sai che sono almeno trent'anni che hanno inventato gli auricolari? Ecco ora vedi di comprartene  un paio, funzionano.

7. Tenere la suoneria molto alta e parlare con il vivavoce disturbando tutte le persone del treno è proprio da maleducati. A nessuno interessano i fatti tuoi, anche se il viaggio è lungo e noioso.

domenica 7 novembre 2010

Notizie che arrivano dal nord.

Mi è arrivata stamattina una telefonata di mia madre, che mi raccontava qual è la situazione in Veneto e nel padovano in questo momento.
Leggendo i quotidiani nazionali si parla di "maltempo" ma è lo stesso eufemismo della mala informazione.

In questo momento nel padovano (e sopratutto nelle zone bagnate dal Bacchiglione) si ha una vera e propria situazione di emergenza: le reti locali parlano di almeno tre dispersi e di sei morti. Ci sono interi paesi sott'acqua, interi quartieri a rischio e ai quali preventivamente si è dovuta staccare la luce.

Questo vale anche per il vicentino dove i fiumi hanno straripato lasciando sott'acqua parecchi paesi e il centro stesso di Vicenza.

Si ha bisogno di tutto, a quanto pare, guanti, vanghe, giacche, coperte.

Mi chiedono di girare un appello, di lasciare visibili i numeri della Protezione Civile di Padova e di Casalserugo (a cui fanno riferimento parecchi paesi in fase critica del padovano). Per chi potesse dare una mano questi sono i numeri da chiamare:

Protezione civile Padova: 049 8201795
Protezione Civile Casalserugo: 049 0990021


Quello che mi è stato detto dalle persone coinvolte (e non da quelle in zone meno a rischio) è che finché non si tocca con mano la situazione non si ha idea di quello che sta succedendo.
Vi chiedo di condividere e di far girare la notizia.
Grazie mille.


Queste foto le ho prese dal sito del Mattino di Padova.



sabato 6 novembre 2010

Acquari

Ho perso un po' la cognizione del tempo dopo il ritorno da Lucca, non credo che a parte il mio matrimonio abbia molto da dire dopo questa fiera.
Se non che è stato il momento di un po' di “pulizia” intorno a me. Se non che a parte il mio matrimonio e le persone che ho già ringraziato non ho molto da dire.
Wonderland è stato un successo. Questo, dopo un anno di lavoro, mi rende molto felice.
Il fatto che l'intervista che ho fatto ad Ausonia sia stata letta e riletta, e che lui per primo ne sia soddisfatto mi rende felice.
La mia sposa, gli amici che ci hanno creduto con noi in questo gesto mi rendono felice.
Sì nell'insieme per me, per il mio piccolo acquario, è stata una bella Lucca.

E poi... succede che dopo una bella cena contro la depressione post-Lucca che assale molti di noi addetti ai lavori, mentre perdo un po' di tempo su internet scopro che alcune sensazioni sono vere. Che alcune persone che percepisci come amici lo sono davvero.

Il solito discorso che inizia lentamente, come stai, come non stai, che stai facendo, com'è andato il rientro... bla bla bla. Prende altre vie, tiriamo le somme, parliamo di tante cose, del nostro ambiente, del nostro lavoro, del nostro essere maledettamente umani.

A dispetto della leggerezza di cui sono fatti i fumetti, questo ambiente sa essere spesso molto pesante.
Non dico che tutte le storie narrate nei fumetti siano “leggere”, ci sono fumetti che mi hanno segnato il cuore, scavando lo stesso solco profondo che sono in grado di scavare alcuni libri, alcuni film.

La leggerezza che intendo è dovuta alla percezione del media che si usa per narrare: in Italia la nona arte è comunque un prodotto di nicchia.
Essere famosi nel mondo del fumetto non è come essere famosi nel mondo della letteratura o del cinema (per l'appunto).  Siamo un un ambiente di nicchia per molti versi, lavoriamo e amiamo storie che vengono raccontate con un media di ponte. Un narrare per immagini e parole e segni che rimane stampato su carta. Racconti dove gli attori si muovono nella testa delle persone, dove le descrizioni degli ambienti sono regalate agli occhi delle persone invece che perse in mille descrizioni.
La leggerezza che intendo è questa. La narrazione per immagini che ti fa divorare duecento pagine in modo diverso.

Nonostante tutto questo, il mondo in cui ci muoviamo è un mondo che ti sputa in faccia la sua durezza.
Ci sono tanti pesci e alcuni giocano agli squali in un acquario troppo piccolo per loro...

Stanotte parlavo con un amico, una persona con cui condivido il lavoro, che mi ha sempre ispirato fiducia, ma che fino a che non aveva fatto una breccia nelle mie difese e non avevo capito che è un amico. L'ho capito nel gioco degli acquari, perché per quanto possiamo fingere di nuotare nell'oceano siamo solo in un piccolo acquario. La sua breccia è raccontarmi che pesce sono: io sono un Cacatuoides. Sono un pesce piccolo, grande al massimo 4 cm, coloratissimo, proteggo il mio territorio e la mia famiglia a qualsiasi costo, sono incazzusa, capace di affrontare anche i pesci più grandi che mi vogliono mangiare.
Anche se... sono un pesce delicato, i valori dell'acqua sono importanti per me. Se sono sbagliati divento bianca, perdo i miei colori cangianti e, lentamente, mi spengo.

Ecco. Roma di certo non è il mio acquario.


(Se volete leggere l'articolo su Wonderland e l'intervista ad Ausonia contenute nel numero 11 di comic-soon uscito a Lucca potete scaricare gratuitamente il pdf a questo LINK)

mercoledì 3 novembre 2010

Ho fatto una cosa poco originale

Ho fatto una cosa poco originale, mi sono sposata.
Ok aspettate.
Ricomincio.
Sì mi sono sposata.
Ho indossato un abito nuovo, qualcosa di usato, qualcosa di prestato, qualcosa di regalato, niente di blu ma qualcosa di rosso. Ho scambiato promesse d'amore davanti a una folla festante, con un rito improvvisato breve e divertente. Ho donato un anello alla mia sposa. L'ho baciata e l'ho guardata con amore tutto il tempo.

No ok. Ho capito. Devo iniziare di nuovo anche se non credo che sarò in grado di ricominciare dall'inizio vero. Inizierò da un inizio a caso.
Va bene lo stesso?

Ricomincio per poter parlare di Lorenzo Corti ovvero il Priccio, una specie di anima gemella, che mi ha portato all'altare con il plusvalore che, nonostante la sua assenza, Grant Morrison c'era ed assisteva alla scena accondiscendente.
Ricomincio per la mia bellissima sposa, Margherita, accompagnata "all'altare" dall'amico che per molti versi ha fatto la differenza in questa Lucca.
Per i Paguri (autori di Don Zauker) e Silvana, amica sorella che hanno officiato il rito.
Per Giuseppe Palumbo (quello a destra), grande Maestro che cercava di interrompere il mio matrimonio e di comprarsi la mia amata per quattro cammelli.
Per i Paguri che ci chiedono di amarci onorarci fuori dai precetti della chiesa e di fare le cose zozze nei secoli dei secoli
Per la nostra reazione a tutto questo che meritava di esser immortalata...
Ricomincio con le nostre fedi, fatte a mano dal mio amico Alessandro Molinaro
Ricomincio perché io a metterti l'anello al dito, mia sposa, mi sono emozionata davvero. Non sapevo cosa dirti, e dopo aver obbligato il Priccio a girare il padiglione Napoleone di Lucca Comics & Games per farmi scendere l'emozione, dopo che ti ho vista così bella, per parecchi minuti non sapevo che dirti a parte che ti cercavo, ti ho trovata e sei quella che volevo. Perché solo con te avrei potuto fare una cosa del genere.
Bisognerebbe che, oltre a farvi vedere le foto che ha fatto il mio testimone Andrea Piccardo, vi raccontassi qualcosa, come la dichiarazione d'amore di Margherita, come il lancio del bouquet, che sì dovevate esserci tutti lì dietro, perché il nostro bouquet valeva come una stella cadente (tranne nel caso in cui si esprimesse un desiderio che avesse a che fare con l'infilarsi nel letto delle spose - in questo caso sciagura a voi). .. ancora qualche foto che riassume tutto questo e poi vi dico delle cose...
E poi... l'amore, il rossetto sbavato per l'amore e per il rossetto sbavato (ah l'ho già scritto)...
...
Dopo aver messo al posto giusto tutti i link, vi posto anche una parte di video che ha ripreso un attimo del nostro matrimonio (un attimo abbastanza divertente se devo dirla tutta)


...

Intanto... intanto ringrazio per la prima volta nella mia vita il Presidente del Consiglio perché con le sue ultime dichiarazioni mi da un buon motivo per spiegarvi come mai ci siamo sposate, con questo rito assurdo, coinvolgendo le persone che abbiamo coinvolto.

Personalmente mi piace prendermi con leggerezza. Prendersi troppo sul serio secondo me non va mai bene, è sbagliato, ti fa perdere lucidità.

Ho sposato Margherita per una bella forma d'amore, quella per le persone libere.
Preferisco essere libera, bisessuale e qualsiasi altra cosa che essere come SB.
Preferisco prendere per il culo una città fascista e cattolica.
Preferisco dirvi che una società basata su un concetto di famiglia ormai superato - per fortuna - una società omofoba e ingabbiata in preconcetti che non valgono nulla, non mi appartiene. Come spero che non appartenga nemmeno alle persone che sono venute a ridere sorridere e bere qualcosa con noi in questa occasione.
Preferisco dirvi che mi va di essere eventualmente ricordata ANCHE perché ho deciso di sposarmi a Lucca, con una donna pazzesca, con un rito celebrato dagli autori di un fumetto giustamente blasfemo e dall'editrice che lo scorso anno ha sfidato le gerarchie lucchesi presentando comunque il volume di Alessio Spataro "La Ministronza".

Solo per questi pochi sciocchi motivi ho festeggiato, amato e sorriso.

Perché non voglio essere complice di un cancro come quello che assilla l'Italia da sempre.
Perché che Margherita e io facciamo sul serio o meno non è importante.
L'amore ha mille forme e ridendo e scherzando si dice il vero.

E allora... grazie a tutta la Double Shot per averlo permesso, grazie al Priccio che mi ha sostenuto e accompagnato all'altare, grazie ai Paguri, grazie a Tuono Pettinato e Micione  (i testimoni di mia moglie) grazie a Valeria de Rubeis e le sue socie per avermi fatto un vestito clamoroso, grazie a Silvana perché la sua improvvisazione è stata fantastica, ad Alessandro Molinaro che mi ha creato due fedi meravigliose, grazie ad Andrea Piccardo mio testimone e consigliere (se non mi dicevi tu come dovevo fare a metter la fede al dito di Margherita ero persa), grazie a Pumbo per aver provato a comprarsi mia moglie, a Daniele Mancino per avermela portata all'altare, grazie a chi è venuto a riso brindato e apprezzato. Ma, soprattutto, grazie a te Margherita, per esserti concessa e per aver condiviso questo gioco bello. Perché ti ho cercata e ritrovata nelle pagine di un fumetto, perché quando mesi fa abbiamo deciso di sposarci, lo abbiamo fatto pensando di voler sorridere mentre urliamo al mondo che preferiamo essere libere, prenderci in giro e fare sul serio allo stesso momento piuttosto che insultare l'intelligenza con discorsi patetici.

Caro Silvio, preferisco mille volte sposare mia moglie senza che lo Stato riconosca il mio gesto piuttosto che avere uscite squallide, omofobe e offensive come le tue.

Il resto ve lo racconta la mia meravigliosa sposa nel suo blog.

Questo è quanto.
Per il momento.